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l'arte di Leonardo nella scultura del tempo 105

Di Cristoforo Solari è ritenuto un busto con la mezza figura del Redentore, in bianco marmo di Gandoglia che il tempo ha ricoperto di una patina giallognola, presso il Museo Archeologico di Milano: figura di un sentimento superiore a quello delle altre esaminate ora, nella quale tuttavia ritornano certe consuetudini dello scalpello abile ma uniforme, certi caratteri propri all'arte del Gobbo, fra cui quei capelli scorrenti lisci lisci, come impomatati intorno all'ampio cranio, quali sono nel Cristo alla colonna; forme e caratteri che ritornano in altro busto in marmo rappresentante San Giovanni Battista, lungo chiomato, il capo reclinato in delicata rassegnazione, di proprietà del marchese Passati a Milano. E già altra volta notammo la rassomiglianza di questo col busto di San Giovanni Battista del Museo di South Kensington — che si volle attribuire a Leonardo — nella modellatura, nelle braccia sottili, nella forma dalle chiome fluenti1.

In un Crocefisso in bronzo del Museo del Louvre a Parigi (edito dal Bode) ritornano caratteri dell'arte del Solari, non escluse le pieghe bizzarre nel drappo che copre i lombi del Redentore.

A Cristoforo vien dato il fine medaglione con la Deposizione di Gesù Cristo nel centro del bassorilievo del pallio Dell’aitar maggiore della Certosa di Pavia. Ma i caratteri non sono i suoi. A lui deve invece appartenere il delicato gruppo della Pietà nella Certosa stessa. Cristo sorge dalla tomba, il capo spento nella morte, le braccia aperte, sorretto da due angioli inginocchiati. Qualche po' del sapore dell'arte leonardesca è passato nell'opera dell'attivo ma monotono scultore lombardo, che legò il proprio nome anche a

  1. I Solari ecc. cit, dove son ricordate altre opere della bottega del Gobbo.