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102 CAPITOLO IV

durante la signoria del Moro e dopo1. Il ducale scultore iniziatosi all'arte in Venezia, se crediamo al Paoletti, era a Milano nel 1495 e da allora lavorò indefessamente nella regione sua.

Quando, il 29 gennaio 1497, moriva Beatrice d’Este, il marito volle dare alle care spoglie il più decoroso ricetto. In un suo memoriale, che reca la data del penultimo giugno di quell'anno, Lodovico il Moro ordinava al proprio segretario de vedere se'l Gobbo ultra la sepoltura, potesse fare de l’altare in l’anno presente.... item perchè la sepoltura sia finita tutta in uno tempo se soliciti el Gobbo ad lavorare al coperchio et ad attendere ad tutte le altre cose li vanno. In modo che quando sarà finito el navello (l'avello) sii fornito el resto della sepoltura2. E non è questo il solo documento che ricordi la sepoltura nella quale il duca volle essere rappresentato steso accanto alla amata consorte. Le due figure tombali destinate alla chiesa di Santa Maria delle Grazie finiron poi alla Certosa di Pavia.

Nonostante certa durezza nell'esecuzione ereditata dalla precedente scuola lombarda e il tritume delle pieghe caro ai maestri della generazione precedente, le due figure non mancano di dignità e di solennità. I visi son modellati con larghezza e, specialmente quello di Lodovico, accenna ai nuovi canoni leonardeschi. Fu notato che le due teste «sembran tratte da un dipinto di Boltraffio»3. Ma questo aristocratico

  1. F. MALAGUZZI Valeri. I Solari architetti e scultori lombardi, in «Italienische Forschungen», vol. I, a cura dell'Istituto Germanico di storia dell'Arte a Firenze, Berlino, B. Cassirer, 1906.
  2. Archivio di Stato di Milano, «Missive», 1497, c. 161, ed in «Archivio storico Lombardo», a. I, pag. 484 e VI, pag. 230.
  3. A. Venturi, op. cit.