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CAPITOLO IV


L’ARTE DI LEONARDO
NELLA SCULTURA DEL TEMPO



Se l’influsso maggiore di Leonardo si estese alla pittura in Lombardia, dov’egli attrasse a se quasi interamente l’arte pittorica, specialmente dopo la caduta di Lodovico il Moro, tuttavia nemmeno la scultura ne rimase estranea. E poiché sull’argomento la critica moderna, pur avvedendosi del fenomeno artistico, non vi si mtrattenne come l’argomento stesso invita a fare, vediamo di addentrarci nell’esame di alcune opere meglio convenienti al nostro studio.

Di quell’influsso s’avvide Adolfo Venturi, ma non volle o non potè — sospinto da più vasto tema — precisare caratteri e forme. In Lombardia «Leonardo da Vinci penetrava nell’animo de’ nuovi scultori, e già nella Certosa, intorno all’aitar maggiore e nel coro, come nel pulpito del refettorio, par di vedere gli scultori arrendersi a forme che possono trovar riscontro in quelle dipinte da Marco d’Oggiono. Alla corrente nuova s’abbandonò Benedetto Briosce rimodernatosi alla cinquecentesca» (’). Ma ben altri artisti seguirono quell’indirizzo e non sempre attraverso le forme degli allievi di Leonardo. Primo di tutti, per valore e per ragion di tempo, fu Cristoforo Solari detto il Gobbo, artista apprezzatissimo a Milano (’) A. Venturi, Storia dell’Arie, voi. VF, La scultura del Qualtrocenlo..Milano, Hoepli. 1908.