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I MONUMENTI EQUESTRI 97

di Michelangelo orefice, eccellente lavoratore di cesello e di incavo per smalti e per nielli, intenditore di gioie, fornitore dei Medici. Con lui forse Leonardo ebbe modo di esaminare con agio e studiare anche gemme e pietre antiche ornate. Se fosse veramente suo un foglio di Windsor — in cui son schizzi certo suoi — con un grande disegno dall’antico (e ci lascia in dubbio la durezza dell’esecuzione del tratteggio, a meno di spiegarla col fatto che l’artista, dinnanzi a una statua antica, s’industriasse a riprodurla con finezza a scapito della spontaneità) tratto direttamente dalla nota statua del giovaine che si leva la spina dal piede nel Museo del Campidoglio, della quale v’eran varie riproduzioni, noi avremmo una preziosa testimonianza dello studio del maestro fiorentino suir antico. Fra le molte riproduzioni in bronzo di quel soggetto dovute al nostro Rinascimento e illustrate dal Bode due appartengono al Museo Nazionale di Firenze. Una di esse ha qualche affinità con lo stile verrocchio - leonardesco (1). Un’altra è tuttora a Milano (affine ad altra del Museo Estense di Modena) presso il principe Trivulzio; un’altra ancora nella collezione Morgan a Londra: tutte tre simili per r eleganza, la finezza della trattazione dei capelli morbidi e fluenti. Alla Biblioteca Ambrosiana appartengono tre fogli di disegni, del XV secolo, che riproducon frammenti di decorazioni di sarcofagi a figure numerose e, fra l’altro, il monumento equestre a Marco Aurelio. Un d’essi reca scritto, a caratteri

della metà del Cinquecento: Questo libro si crede che sia di Leonardo da Vinci quando hera putto et per memoria si tiene suo. Il Vicenzi che li illustrò non esclude che questi



  1. W. Bode, Die Italianischen bronzenstatuetten der Renaissance, Berlin, Cassiser. V, Sez. XC, (l’ultima figura). Malaguzzi-Valeri. ’