il quale fu eretto nell’anno 1739 ed è lavoro dei fratelli Domenico e Antonio Giuseppe Sartori di Castione. È tutto di marmo, assomiglia alla Confessione del Bernini, e l’adorna una tribuna, il cui architrave porta nel mezzo, oltre lo stemma della città, due angeli colle insegne del Principato e dei putti che tengono in mano gli attributi de’ Santi Vigilio ed Adalpreto, opera dello scultore trentino Francesco Oradini. — La Cappella del Crocifisso, dopo l’altare maggiore, cade sott’occhio quasi senza farne ricerca. S’adorna del simulacro in legno una volta esposto in capo alla navata maggiore, dinanzi al quale furono pubblicate le decisioni del Concilio tridentino. Fu eretta a spese del Vescovo Principe Francesco degli Alberti di Poja, e ne fu architetto e pittore Giuseppe Alberti di Cavalese; venne dipoi ristaurata per cura del P. V. Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, e contiene un solo altare in marmo sormontato dal gruppo di Adamo ed Eva scolpito in un sol masso da Francesco Barbacovi di Tajo. — Delle opere in marmo meritano altresì particolare considerazione: la pila dell’acqua benedetta alla navata settentrionale a sinistra di chi entra, il cui piedestallo triangolare offre un bel lavoro del Cinquecento; — gli altari dell’Addolorata e di Sant’Antonio di Padova scolpiti dai fratelli Sartori; — quello dell’Immacolata, lavoro del trentino Andrea Filippini, e le statue di San Carlo Borromeo e di San Ferdinando di Castiglia che uscirono dallo scalpello di Cristoforo Benedetti di Castione.