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forse tra quello ed Anacreonte; fiorendo tra il finir del primo e il cominciar dell’altro. Coetaneo d’essa anche Esopo Frigio, vivuto schiavo in Atene e morto in Delfo del 560; inoltre Solone e Alcmane, che fu, con Alceo, Stesicoro e Saffo, de’ nove lirici massimi di Grecia. Ma che vita le bastasse oltre l’Olimp. LIII, A.C. 568, ragionevolmente argomenta Carlo Ottofredo Müller (Istoria della Letteratura Greca, prima traduzione italiana di Giuseppe Müller ed Eugenio Ferrai, Firenze, F. Le Monnier, 1858; Cap. XIII); avendosi per probabilissimo, che Carasso, duramente, secondo Erodoto (II, 135), rimbrottato da Saffo sorella in un’Ode per avere sposato la schiava e meretrice Rodopide, costei non comperasse innanzi al regno d’Amasi, cominciato del 569.

III. — Più fiera quistione ardette tra filologi sulle due Saffo, l’una da Mitilene e l’altra da Ereso; ambedue città di Lesbo quistione forse inestricabile; nè lo stricarla appartiene a me non filologo. La Saffo d’Ereso, meretrice e poetessa fors’anco (lo accenna Suida), colla quale probabilmente fu scambiata la mitelenese, nacque più tardi; e costei, più secondo il vero, amò disperatamente Faone, e saltò per lui da Leucade. Molti critici, for-