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XXXIX.

(Da Efestione, p. 64.)


E tu, Mnasidica,
     Tu che la morbida
     Girinno superi;
     Tu stessa, femmina
     Di te qui mai
     Più malinconica
     Non troverai.


XL.

(Da Ateneo, XV.)


     Amo la voluttà;
     Sin che del sole il fulgido
     Volto mirare e il bel m’incontrerà.


XLI.

(Dallo stesso, XV.)


Tu serti alle gioconde
     Chiome avvolgi, o Mnasidica; rintrecci
     La dilicata mano
     Dell’aneto le fronde:
     Poi che di fiori adorne
     Più lieto accetta — il ciel; non coronate
     Le vittime dispetta,
     Per le nozze immolate.