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essere agevoli a ritrovare in Italia. Di quel che discorro nel §. VII sulle meretrici greche molto levai dalla Sappho et les Lesbiennes d’Emilio Deschanel (nella Revue des deux Monds, Iuillet, 1847). Condussi con molto amore la versione, con diligenza minuta il resto: ma curai principalmente del tradurre; e vo’ ch’ogni altra cosa abbiasi per sola giunta alla derrata; e però non si possa discretamente riprendere d’insufficienza e scarsità. Bensì, qualora l’umile mia fatica non ispiaccia al pubblico, ed io ne venga incorato ad una ristampa; metterò cura ch’ella ricompaja, quanto è da me, più compiuta ed emendata, se alcuna menda alcun dotto lettore mi svelerà. Scelsi, per volgarizzare, il testo diligentemente purgato da non poche lezioni false de’ precedenti per Cristiano Federico Neue (Sapphonis Mytilenaeae Fragmenta, specimen operis in omnibus artis Graecorum Lyricae reliquiis, excepto Pindaro, collocandae; Berolini, Ex officina G. C. Nauckii, mdcccxxvii, in 4, di pag. 106). De’ testi che mi vennero a mano questo è l’ottimo. - Quest’umile versioncella, tessuta di minutaglie, simili per picciolezza e valuta alle pietre preziose, vanta solo un priegio: l’essere, ch’io sappia, la prima intera in Italia.