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l’uso, l’invenzione della pettide. Ma quanto al plettro, secondo Suida ed Eudocia inventato da lei, stima il Neue che dalla voce pettide i due scrittori formassero l’altra. Di fatto la pettide non sonavasi toccandola col plettro, ma colle dita; e il plettro occorreva in altro antico stromento, nel φόρμιγγι. Trovati questi rilevantissimi in Grecia, dove di musica sapevano i più grandi poeti, filosofi e oratori; e dalla musica e dalla danza venne il nome a Stesicoro (istitutor di cori); e dalle novità recate in quell’arte brigavasi la repubblica. Musica e danza nella poesia greca s’affratellarono come nell’italiana de’ primi secoli: i quali da suono, tono e ballo chiamarono alcune specie di poesia sonetto, intonata e ballata.

Commentarono le poesie saffiche per iscritto Calliade lesbiese (Strabone, XIII) e Dracone di Stratonica, grammatico (Suida, Voce Δράκων); a bocca Alessandro Sofista (Aristide, Epitaf.). Sull’autrice compose un libro Camaleonte d’Eraclea (Ateneo, XIII). Amfi, Antifane di Rodi, Efippo e Timocle ateniesi, Difilo di Sinope (Antiatticista, negli Aneddoti Greci del Bekkero; Polluce, VII; Ateneo, VIII, X, XI e XIII, in due luoghi) e Platone (Meinekio, Quest. Scen., II), drammatici, la re-