successione (Trad. di Luigi Settembrini).» I miseri profani pretessevano, gloriando, l’esempio de’ loro più profani Iddii; e militavano sotto la bandiera di Giove e Ganimede, deificazione della sozzissima oscenità. Non si peritò punto Emilio Deschanel di cacciar Saffo tra le meretrici greche, e ammazzolarla con Laide, Frine ed Aspasia: nè monta opporre (e’ segue) ch’ella si maritasse; quando anco Aspasia sposò Pericle. A tanto non m’arrischio io: ma della castità di Saffo non mi capacito; e però non battaglierò per quella di conserto con Massimo Tirio, filosofo platonico. Le donne lesbie particolarmente furono sì rotte alla peggior lussuria, che il nome di lesbiesi e la frase amare alla lesbiese, passati quasi proverbii nella favella greca, giustificano il detto di Luciano (Dialoghi delle cortigiane, V), ch’io darò non volgarizzato: τοιαύτας γὰρ ἐν Λέσβῳ λέγουσι γυναῖκας, ὑπὸ ἀνδρῶν μὲν οὐκ ἐθελούσας αὐτὸ πάσχειν, γυναιξὶ δὲ αὐτὰς πλησιαζούσας, ὥσπερ ἄνδρας. Giovan Cristiano Wolf, additando i Numismata insularum Graeciae, Tab. XIV, del Goltz, e il Thesaurus Numismatum, II, del Patino, ci rammenta come quei di Lesbo si licenziassero di tanto da effigiare cotali