La Grecia fiorì di poetesse, come di poeti, a ribocco: e Goffredo Oleario (De poëtriis graecis) ne computa meglio che settanta; ma valentissime le nove famose; Saffo, Corinna, Erinna, Anite, Telesilla, Mirtide, Nosside, Miro, Prassilla. «Suida, all’articolo Σαπφὼ, fa una distinzione fra le ἑταῖραι e le μαθήτριαι di Saffo: ma certamente le ἑταῖραι in principio furon μαθήτριαι (Müller).» Nominando Suida tra le costei discepole un’Anagora da Mileto e Massimo Tirio un’Anattoria, il D’Ajano ed altri le credettero due diverse alunne: se non che il Müller opinò dover esser nomi alquanto diversi d’una medesima femmina; essendo che la città di Mileto, patria della prima, fu detta prima Anattoria (Stefano Bizantino, Voce Μίλητος; Eustazio, Sopra l’Iliade, II, 8; Scoliaste d’Apollonio Rodio, I, 187). Di coteste discepole Saffo molte amò fuor di modo, altre odiò: Damofila, sua famigliarissima, spronò coll’esempio a verseggiare (Apollonio Tianeo presso Filostrato, I, 30); talune, le più care o le più nimiche, nomina o accenna berteggiando ne’ Frammenti (XIV, XXI, XXXV, XXXIX, XLI, LV, LXXXVII); e di Gellone vergine, che diede occasione a un