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ditasse i molti e celebrati poeti che la precedettero. Ammaestrò liberamente, secondo Massimo Tirio, nelle lettere greche e nella musica, le fanciulle cittadine e forestiere, che a lei concorrevano da più bande; da Bisanzio, Rodi, Mileto, Colofone, Teo, Salamina; e d’altronde. Durano, rammemorati da Ovidio, Massimo Tirio (Dissert. XXIV), Suida (Voce Σαπφὼ) e Zenobio, e dai Frammenti della maestra, i nomi di Damofila Pamfilia, Mnaide, Dorica, Eunica, Pirino, Cidno, Amitone, Telesilla, Anattoria, Megara, Gorgone, Anagora, Gellone, Erinna, Attide, Andromeda, Gongila; tutte amiche e discepole sue. Il D’Ajano aggiunge, non so donde tratta, Cirene. Di costoro vennero in alcuna fama Eunica da Salamina, Anagora di Mileto, Damofila di Pamfilia, Gongila di Colofone; ma d’assai più l’Erinna da Lesbo (o Rodi o Teo), l’una delle nove maggiori poetesse greche: la quale attestano intrinseca della Nostra Suida (Voce Ἤριννα) ed Eustazio (Sopra l’Iliade, II). Costei, morta immatura a diciannove anni, pareggiò, per giudizio di Suida, co’ versi epici Omero, e, secondo Filostrato (Vita di Apollonio Tianeo, I, 30), lasciò poemi e famosi inni a Diana Pergea.