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portata dal Goltzio (Numismata Graeca, Tab. XIV); in cui da un lato si vede il busto di Saffo coronato di edera, co’ capelli sciolti alle spalle, dall’altro lato vi è Saffo in piedi, con capelli raccorciati, colla cetra in mano, in atto di danzare, coll’epigrafe ΣΑΠΦΩ ΛΕΣΒΙΣ, di vestimenti, di sembianze e d’ornato dissimili una dall’altra (F. S. De Rogati, Ivi).» Della qual sentenza vennero in confermazione altri due ritratti, l’uno della Saffo nostra, l’altro dell’eresia, trovati primamente del 1822, che recano il nome di ciascheduna: il primo è dipinto sopra un vaso disseppellito dalle rovine d’Agrigento, e rappresenta, l’una rimpetto all’altra, le figure coi nomi di Saffo e d’Alceo, sebbene le costoro sembianze diversifichino dalle conosciute; e fu pubblicato dallo Steinbüchel; il secondo, recante il nome ΣΑΠΦΩ e le lettere ΕΡΕCΙ (Ereso), fu dato alla luce da Luigi Allier De Hauteroche, che trasselo da una medaglia venuta di Grecia, togliendone occasione di scrivere una Notizia sopra la cortigiana Saffo d’Ereso.

IV — Del padre e della patria novella incertezza. Genitori di Saffo universalmente si tengono Clide e Scamandronimo. Ma, come pur d’Anacreonte accadde, si dubitò tra più