to il suo; ma i posteri hanno in un solo riunite le azioni illustri e le celebri fatiche di tanti, formandone poi un solo Ercole, un solo Bacco, un sol Mercurio (Francesco Saverio De Rogati, Vita di Saffo).» Si noverano due Aspasie, molte Sibille; e tra le bagasce due Frini, due Laidi e due Glicere; e tra le poetesse due Corinne o tre (quantunque Tanaquillo Fabbro, e poscia il Mongin, contro Suida, le riducano ad una d’incerta patria), e forse un paio d’Erinne: e tra gli altri scrittori due Omeri, l’epico e il tragico, due Platoni, il filosofo e il drammatico, due Simonidi, due Stesicori almeno, tre Senofonti, due prosatori ed uno medico, due Teocriti, l’uno siracusano e l’altro da Scio, ricordato in un antico epigramma d’Artemidoro Grammatico; e de’ Luciani infino a dieci ebbe a contarne il Fabbricio (Biblioteca Greca, IV), de’ quali due sofisti, l’uno quel famoso da Samosata, l’altro posteriore e amico di Giuliano Imperadore, ed autor forse del Filopatride, dialogo stato attribuito al Samosatense. Donde gli scambii de’ posteri, che persino un tratto recarono in uno Teocrito e Mosco, nomi tra sè diversissimi. S’arroge che l’eroide ovidiana, mescolante le due Saffo in una, man-