Pagina:Frammenti (Saffo - Bustelli).djvu/16

16

xiii, 396 c, e varii lessicografi dell’antichità)? A questo si aggiunge poi che le narrazioni meravigliose intorno alla beltà di Faone e all’amore che gli portò la Dea Afrodite, manifestamente son tratte dal mito d’Adonide, dove si rinvengono identiche esattamente. (Qui l’autore addita in una nota le antiche fonti di cotesta tradizione; e avverte come sì di Faone e sì di Adonide si fingesse che Afrodite gli appiattasse nella lattuga). Esiodo parla d’un Faetone, figlio dell’Aurora e di Cefalo, che Afrodite aveva rapito quand’era ancora tenero fanciullo, per farlo custode dell’adito de’ suoi templi (Esiodo, Teog., 986 e seg.). Fondamento di questa favola è apertamente la tradizione d’Adonide, che da Cipro venne a notizia dei Greci; onde poi si deduce che i Greci abbian dato a questo favorito d’Afrodite il nome greco di Faetone o Faone, e questo in seguito, per una serie di male intelligenze ed interpretazioni, si sia trasformato nell’amante di Saffo; se pure Saffo medesima non celebrò in un canto per Adonide, e ne compose certamente di tali, il bel Faone, sì che i suoi versi potessero riferirsi ad un amante suo proprio.» Che se Palefato (περὶ ἀπίστων, 49), Suida ed Eudocia