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Menandro, accennando in un’elegia sulle fragilità de’ poeti celebri gli amori di Saffo con Anacreonte, tacque della funesta avventura; che sarebbe stato strano silenzio; confacendosi questa, meglio che ogni altro fatto della vita saffica, al proposito dell’elegia. In un epigramma di Antipatro da Sidone sulla tomba della Nostra, non un motto di cotal morte; ma in quello scambio si lascia credere che, passata essa di morte naturale, se le desse tomba in patria. Il solo epigramma rimastone di Pinito, antico poeta, è un epitaffio per lei: medesimamente nè qui, nè in più altri epigrammi dell’Antologia, lodativi di Saffo, non un motto nè indizio di Leucade. Tolomeo Efestione, nella storia del salto di Leucade, compendiataci da Fozio, punto non memora la Nostra: tace per vero anche di Saffo d’Ereso; ma costei, che non toccò mai la celebrità dell’altra, verisimilmente uscì di memoria all’autor dell’opera o del compendio. Servio ancora (Sopra l’Eneide, III, 374), accennando d’una femmina lanciatasi da Leucade per Faone, nè la nomina, nè mostra averla per chiara e riguardevole.

Così dottamente e dirittamente il Visconti: alle cui gagliarde ragioni ripugni chi vuole;