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Stimar tal peste, e noi sappiam che molti
Fuor di contatto alcun questa medesma
Lue spontanea a patir furono i primi.
Ma più correr tant’orbe una sol peste
60E in breve, e a un tempo, non avria potuto.
Ve’ i popoli del Lazio, e quei che i paschi
Del Sagra erbosi, e i boschi Ausonii, e cole
Di Puglia il suol: guarda ove corre il Tebro,
E ve’ il Po corre al mar con fiumi cento,
65E d’onde cento città chete irriga.
Non vedi come a un tempo sol la peste
Fiera tutti ne trasse a sorte pari?
Ch’anzi è fama, non pria d’allor gli esterni
Esserne stati infetti, e non gli Iberi,
70Osi solcar per mar ignoto, averla
Contratta pria di lor cui parte il mare,
L’alta Pirene, il Ren bicorne, e l’Alpe;
O pria di lor cui la fredd’Orsa agghiada.
Voi pur, Cartaginesi, al tempo istesso
75E la sentiste voi che il lieto Egitto,
E mietete pel Nilo i campi opimi,
E le palme Idumee. Ciò vero essendo,
Alta più dunque e più riposta causa
(S’i’ non erro) qui v’ha d’origin grave.
80E pria, nell’alto ciel quanto ed in terra,
E nel mar vasto la natura edúca,
Non tutto con egual modo procede.
Spesso e frequente appar quanto da tenui
Sorge primordii, e per contrario rade
85E a certi luoghi circoscritte, e tempi
Si manifestan cose, che principio
Àn più forte e riposto, ed altre in luce
Non escon fuor da fitta notte, pria
Che scorrano mill’anni e larghe etadi.
90Tanto stan giunti i genitali semi!