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DELLA SIFILIDE

OSSIA

DEL MORBO GALLICO

POEMA

DI GIROLAIO FRACASTORO

A PIETRO BEMBO

LIBRO I.

 
Quai varii casi, e germi, un morbo strano,
E non pria visto unquanco, abbian recato;
Morbo, che a’ nostri dì per tutta Europa,
E le città d’Asia, e di Libia in parte,
5Incrudelì; nel Lazio poi, dei Galli
Per l’empie guerre, irruppe, ond’ebbe il nome;
E qual cura, e d’aita uso comporti,
La grande arte dell’uom negli aspri eventi,
E dai Celesti i doni conceduti,
10Quinci a cantar, e le cagioni ascose
Per i campi a cercar del vasto Olimpo,
Comincerò: come gentile amore
Di novità m’invita, e i placidi orti
Di Natura, e i portenti aman le Muse.
15Bembo, d’Ausonia chiaro onor, se mai
Leon t’allenti dei consigli magni
L’alta mole, ond’El regge il mondo tutto,
E darti alquanto ami a le dolci Muse:
Quest’opra non spregiar, nè la fatica
20Medica, qual che sia. Di tale Apollo