Del bene, e voti offre alla ninfa amica:
Sì che ovunque ti seguo, o del vicino
Fonte Calliroe diva; e come ruppe
Nuova l’aurora in ciel, nella di Giove 345Selva, sott’esso l’ardue rupi, l’antro
A sè dimostro entrò: la negra agnella
Ferma sul limitar, e tremebonda
La svena ad Opi, e a Te, grida, la sveno
Grand’Opi; indi la Notte; e della Nolle 350Le ignote Dive invoca, e già il cipresso
Atro, e ardeva la tia, quando una voce
Sotterra al sacro delle Ninfe orecchio
Giunse, di lor c’ànno i metalli in cura.
Tutte scuotonsi tosto, e lascian l’opre, 355Mentre liquidi zolfi, e vivo argento
Trattavano a ritrarne il fulgid’auro,
E li cuocean premendo in frigid’onda
Cento di foco spessi raggi, e d’etere
Abbruciato, e di terra e mar frantumi 360Mescean, semi sfuggenti ai guardi nostri. Lipare intanto, Lipare che d’auro
E argento à cura, e i sacri arde bitumi,
Di sotterra ad Ilceo ratta sen viene
Per cieche vie; lo racconsola, e dice: 365Ilceo, poichè il tuo nome, ed il tuo morbo,
Ed a che vieni il so, caccia i timori.
Calliroe mia qui non ti manda invano:
Avrai salute della terra in fondo:
Fa core, e per le mute opache vie 370Seguimi, e duce avrai me stessa al fianco.
Sì disse, e l’antro cieco entrò la prima.
La segue egli, stupìto a quelle vaste
Vie della terra squallide in eterno,
Antri ognor ciechi, e sotterranei fiumi. 375Lipare allor: quant’ampia terra vedi