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Tutto decide; le rëali guardie
Vegliano ovunque, e mal sicuro in questo
Unico asilo vive; ei fermo giura
Di non partir, senza vederti; e intanto
Passano l’ore e ’l pericolo avanza.
Altro non avvi, che condurlo in questa
Remota sala; non sperar d’altronde;
Credi, non v’ha riparo.
Erope. Io? – No... ricuso
Di rivederlo; troppo ahimè! in periglio
Ei fora allor. – Chi sa?... No, non vedrollo;
Voli subito d’Argo.
Ippodamia. O tu crudele!
Egli è mio figlio; a me salvar tu il puoi,
E da te il chieggio.
Erope. Del mio cor non basta
Lo strazio, o numi!
Ippodamia. Io... sì, dirogli... Oh dio.1.
Erope. Io rivedrollo? ei partirà? – Deh! fugga.
E dove?... Atreo... Tïeste... – Oh mia smarrita
Virtù!2.
Ippodamia seguita da Tieste, Erope
Al fin la veggo... Erope.
Erope. Incauto, fuggi
Lungi da me.
Tieste. Dunque perigli e morte
Avrò affrontato, onde da te sì acerbo
Guiderdone ottener!
Erope. E ben, Tïeste,
A che venisti? Se tu a darmi morte
Vieni, t’arma, m’uccidi: altro non posso
Guiderdone a te dar che la mia