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TRADUZIONI. 311

DA ANACREONTE.1

  Sovra i mirti e fra le rose,
    Sovra molli erbe odorose
    Adagiato io voglio ber.
Deh, t'annoda al collo il manto,
5Bell'Amore! e mentr'io canto,
Corri a farmi da coppier.
  Ahi! l'umana vita fugge
    Come ruota che si strugge
    Più che gira, e sempre va.
10Sonno eterno in poca fossa
Sulla polvere e fra l'ossa
Il mio corpo dormirà.
  A che i balsami e i conforti
    Sulle tombe? A che su' morti
    15Tanto vino e tanti fior?
A me il nappo e la corona
Or ch'io spiro, or che risuona
La mia lira e m'arde il cor.
  Vieni e meco ti trastulla;
    20Qui m'invita la fanciulla
    Che sa ridere e trescar.
  Ah, Cupido! è meglio, innanzi
Che fra' morti ignudo io danzi,
Dar gli affanni ai venti e al mar.




DA SAFFO.

Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
Ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
I dolci detti e l’amoroso canto! —
                                A me repente,

  1. Circa a questa ed alla seguente traduzione da Saffo, seguiamo la lezione adottata dal Foscolo nel suo libro intitolato Essays on Petrarch. London, 1821.