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poesie giovenili. 301

Cui commercio stranier stende la mano
Sin di Cuba dagli ultimi confini!
IX.
     Ma, dell’Italia o voi genti future,
210Me vate udite, cui divino infiamma
Libero Genio e ardor santo del vero:
Di Libertà l’incorruttibil fiamma
Rifulse in Grecia sin al dì che il nero
Vapor non surse di passioni impure;
215E le mura sicure
Stettero, e l’armi del superbo Serse,
Dai liberi disperse,
Di cittadin valor fur monumento.
Ambizïon con le dorate piume,
220Sanguinosa le mani,
E di argento libidine feroce,
E molli studi, e piacer folli e vani
A Libertà cangiâr spoglia e costume.
Itale genti, se Virtù suo scudo
225Su voi non stende, Libertà vi nuoce:
Se patrio amor non vi arma d’ardimento,
Non di compre falangi, il petto ignudo;
E se furenti modi
Dal pacifico tempio
230Voi non cacciate e sacerdozie frodi,
Sarete un di alle età misero esempio..
Vi guata e freme già il tiran vicino
Dell’Istro, e anela a farne orrido scempio;
E un sol Liberator dievvi il destino.