In vetta all’Aventin Cesare s’erge,
Tirannic’ombra rabbuffata e fera,
E mira uscir di Libertà campioni
Popoli dal suo ardir vinti e sconfitti; 175Ond’alza il brando, e cala la visiera...
Ombra esecranda! torna
Sitibonda di soglio
Ove lo stuol degli empi re soggiorna,
Oltre Acheronte a pascerti d’orgoglio. 180Eroe nel campo, di tiran corona
In premio avesti: or altro eroe ritorna;
Vien, vede, vince, e libertà ridona. VIII.
Italia, Italia, con fulgenti rai
Sull’orizzonte tuo sorge l’aurora 185Annunziatrice di perpetuo sole.
Vedi come s’imporpora e s’indora
Tuo ciel nebbioso, e par che si console
De’ sacri rami dove all’ombra stai!
I desolati lai 190Non odi più di vedove dolenti,
Non d’orfani innocenti
Che gridan pane ove non è chi ’l rompa:
Ma col dito di Dio nei cori incise,
Di natura le sante 195Immutabili leggi, e dal terrore
Del dispotismo sin ad oggi infrante,
Quelle alme leggi spazïar con pompa
Liberamente ti vedrai nel seno. —
Come, non più nel civil sangue intrise, 200Promettitor scuoton le piante il fiore!
Come di mèssi il campo e il colle è pieno!
E come benedice
Il cittadin villano,
Tergendo il fronte, Libertà felice! 205Come dovizïanti all’Oceano
Fendon gl’immensi flutti onusti pini,