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300 poesie giovenili.

In vetta all’Aventin Cesare s’erge,
Tirannic’ombra rabbuffata e fera,
E mira uscir di Libertà campioni
Popoli dal suo ardir vinti e sconfitti;
175Ond’alza il brando, e cala la visiera...
Ombra esecranda! torna
Sitibonda di soglio
Ove lo stuol degli empi re soggiorna,
Oltre Acheronte a pascerti d’orgoglio.
180Eroe nel campo, di tiran corona
In premio avesti: or altro eroe ritorna;
Vien, vede, vince, e libertà ridona.
VIII.
     Italia, Italia, con fulgenti rai
Sull’orizzonte tuo sorge l’aurora
185Annunziatrice di perpetuo sole.
Vedi come s’imporpora e s’indora
Tuo ciel nebbioso, e par che si console
De’ sacri rami dove all’ombra stai!
I desolati lai
190Non odi più di vedove dolenti,
Non d’orfani innocenti
Che gridan pane ove non è chi ’l rompa:
Ma col dito di Dio nei cori incise,
Di natura le sante
195Immutabili leggi, e dal terrore
Del dispotismo sin ad oggi infrante,
Quelle alme leggi spazïar con pompa
Liberamente ti vedrai nel seno. —
Come, non più nel civil sangue intrise,
200Promettitor scuoton le piante il fiore!
Come di mèssi il campo e il colle è pieno!
E come benedice
Il cittadin villano,
Tergendo il fronte, Libertà felice!
205Come dovizïanti all’Oceano
Fendon gl’immensi flutti onusti pini,