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Deh! lascia questa dolorosa calma
A due donne infelici. Erope appena
Teco sorpresa fu, vile ripudio
Ebbe dal sire, benchè un dì soltanto
Delle nozze mancasse al giuramento.
Altro le avvenne... Ma l’istante e ’l luogo
Questi non sono: andiam... Vedi: del tempio
È l’atrio quello: ivì t’ascondi, e sta.
Null’uom vedratti; chè null’uom v’ardisce
Di penetrar. Sino a domani i stessi
Non vi son sacerdoti; all’alba fuggi.
Ah! se pur sa che ivi tu se’, da Atreo
Rispettata non fia l’ara de’ numi.
Vanne... Se n’esci, sei perduto.
Tieste. Madre,
Veder Erope almen...[1].
Scena terza
Ippodamia
Crudeli figli! Or misera ben veggio,
Che dura cosa è l’esser madre! – All’uno
S’io discopro il fratel, benchè ci si finga,
Più non vive Tïeste. – E se... inasprito
L’altro da’ mali suoi, potrebbe il brando
Contro il fratel... Già parmi orrido scorgere
Alto presagio! Qual ne sia l’evento
Con mia morte l’aspetto: ed or?... Ma Atreo
Viensi, e minaccia. Ah minacciasse indarno!
Scena quarta
Atreo seguito da una Guardia che resta
nel fondo, e Detta
Ti siede in fronte! Ah! ti serena omai;
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