Questo eletto tra’ favi offre sull’ara.
Cantando Febo pieno d’inni un carme,1 465Vaticinò, ch’egli lo spirto, e varia
Daranno a’ Vati l’armonia del plettro
Le sue caste Sorelle, e Amore il pianto
Che lusinghi a pietà l’alme gentili;
E il giovine Lïeo scevra d’acerbe 470Cure la vita, e Pallade i consigli,
Giove la speme, e i patrii Numi eterno
Poscia l’alloro; ma le Grazie il mèle
Persuadente a grazïosi affetti,
Onde pia cogli Dei torni la terra.2 475E cantando, vedea lieto agitarsi,
Esalando profumi, il verdeggiante
Bosco d’Olimpo; e rifiorir le rose;
E scorrere di néttare i torrenti;
E risplendere il cielo; e delle Dive 480Raggiar più bella l’immortal bellezza;
Però che il Padre sorrideva, e, in lui
Con gli occhi intenta l’aquila posava.3
Dite, garzoni, a chi mortale, e voi,
Donzelle, dite a quai fanciulle un giorno 485Più di quel mèl le Dèe furon cortesi. —
N’ebbe primiero un Cieco; e sullo scudo
Di Vulcano mirò moversi il mondo,4
↑464. In un frammento antichissimo presso Ateneo trovansi, quasi a definizione della Poesia lirica, queste parole — cantiamo Inno che sia uno, e degno de’ Numi, e pieno d’inni. (F.)
↑465-74. Veramente di arcana e celeste sapienza è ripieno il canto di questo Dio delle Arti e degl’ingegni. Comprende i più solenni documenti circa alle doti del Poeta civile: lo meditino i giovani. Apollo dà l’entusiasmo; le Muse, che vogliono sempre conservarsi intemerate, la squisitezza e la varietà dei numeri; Amore, l’attitudine a destare in altrui le tenere commozioni; il sempre giovine Dio del vino, la serenità dell’animo, affinchè l’uomo posse darsi tutto all’Arte; Minerva, il senno, che è il sapere principalmente raccomandato da Orazio; Giove, la speranza di vita immortale presso i posteri, dono rarissimo che viene dal cielo, a pochi, mentre il continuo aspetto della caducità di ogni cosa mortale scuora le anime ingenerose, che sono le più; i Numi della Patria, il serto non perituro di verace Poeta civile; le Grazie, l’amabile incanto della flessanimità e della persuasiva, che conduce gli uomini alla più alta meta cui possano mirare le arti d’imitazione, cioè a far sentire l’armonia che passa fra il mondo dei sensi e quello dell’intelletto.
↑475-82. Questa omerica pittura dei plausi dell’Olimpo al canto di Febo contiene de’ versi, che, con qualche variante, l’Autore pubblicava come traduzione di alcuni frammenti greci nelle note alla Chioma di Berenice, fino dal 1803.
↑486-87. Omero nel 18 canto dell’lliade descrive lo scudo che Valcano, alle preghiere di Teti, fabbricò ad Achille. Gio. Battista Vico sul conto di esso scudo dice nella Scienza nuova, lib. 2. — Nello scudo... d’Achille si contiene la storia del mondo.