Danzatrice, men bella allor che siede,
Men di te bella, o gentil suonatrice, 315Men amabil di te quando favelli,
O nudrice dell’api; ma se danza,1
Vedila! tutta l’armonia del suono
Scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso
Della sua bocca; e un moto, un atto, un vezzo 320Mandano agli occhi venustà improvvisa
Che diffondon le Grazie. Io la discerno
Per mille aspetti mille volte bella;2
Pur chi pinger la può? Mentre a ritrarla
Pongo industre lo sguardo, ecco m’elude, 325E la carola che lenta disegna
Alterna rapidissima, e s’invola
Sorvolando su’ fiori; appena veggo
Il vel fuggente biancheggiar fra’ mirti,
Quasi nembo che un Nume avvolge e fura. 330Agitate da’ Zeffiri, le vostre
Chiome, o Grazie, cosi mutano anella,
E mostran varj ognor biondeggiamenti,
Si che a senso mortal ne sfugge il vero.
E non già la febea fulgida lampa, 335Non la face che ad Espero la Sera
Inghirlanda di rose, e non il lume
Che Cinzia versa placido dal carro
Di madreperla; ma di Vesta il foco,
Di si gentil varietà le trecce 340Di queste Dee colora: a me l’Olimpo
Ne invia la fama, ed io la narro al mondo.3
Solinga nell’altissimo de’ cieli,
Inaccessa agli Dei, splende una fiamma
↑315-316. Questa terza sacerdotessa si mostrerà in seguito. Intanto il Poeta con lirica franchezza fa si che già il lettore cominci a idoleggiarla in sua fantasia.
↑317-322. Dans un être animé la liberté des mouvements fait la belle nature. (F.)
↑330-341. Gli antichi attribuivano una singolar bellezza ai capelli delle. Grazie. Omero nel 17 libro dell’Iliade, per tutta lode alle chiome d’Euforbo, dice che somigliavano quelle delle Grazie. — Nel descrivere il biondeggiare dei capelli delle tre Dive il Poeta si è servito di alcuni versi da lui stesso riportati nelle note alla sua traduzione della Chioma di Berenice, sotto la non vera indicazione di frammenti greci tradotti. Del rimanente, questo passaggio dal colore dei capelli delle Grazie al fuoco di Vesta è uno de’ più arditi e felici che io conosca nell’Arte.