Venian cantando i giovani alle nozze.
Non dei destrieri nitidi l’amore 230Li rattenne; non Laa1 che, fra tre monti,
Ama le cacce e i riti di Dïana,
Nè la ricca di pesci elóa2 marina:
E non lungi è Briséa, donde il propinquo
Taigeto udiva strepitar l’arcano 235Tripudio, e i riti onde il femineo coro
Placò Lieo, e intercedean le Grazie.3
Scendean pur lietamente inghirlandati
Da Daulide i Focesi, e da Pitone
Sacra a veder sulle parnasie rupi;4 240E chi mirò imperterrito i torrenti
Di Panopéa versare onde e macigni,5
E udi in Anemorea Borea fremente;
E chi abitò Jampoli antica,6 e quanti
Lunghesso i bei meandri del Cefiso 245Pascolavan gli armenti, o da Lilea
Nascer vedean del divin fiume i gorghi.7
Ma dove, o caste Dee, ditemi dove
La prima ara vi piacque, onde, se invano
↑230. Laa, città pur essa della Laconia, situata fra tre montagne, dieci stadj distante dal mare. (Pausania.) È rammentata da Omero nel catalogo. (Lib. 2, Iliad.)
↑232. Elo, piccola città marittima al di sopra dell’Eurota, diede il nome alla costa eloa, che il Poeta chiama ricca di pesci. Anco i suoi abitanti andarono all’assedio di Troia. (Iliad., 2.)
↑233-236. Brisea, città della Laconia appiè del Taigeto, monte celebre per le orgie delle Baccanti. (Pausania. - Omero nel catalogo, Iliad., lib. 2.)
↑238-239. Alla Focide appartenevano le due città Daulide e Pitone. Questa è più nota sotto il nome di Delfo, ed era situata alla metà del Parnaso, in luogo sassoso e teatrale, come dice Strabone. La prima era posta quasi alle falde dello stesso monte; ed ambedue sono accennate da Omero pure nel catalogo.
↑240-241. Panopea o Panope, anch’essa nella Focide, era piccola città lungo un torrente assai profondo, che, al dire di Pausania, menava macigni di tal grossezza, che uno solo bastava al carico di una carretta. Ed anco i suoi abitanti andarono alla guerra troiana. (Omero nel catalogo, lib. 2.)
↑242-243. Anemorea era posta sul confine della Locride, appiè del precipizio del Parnaso, detto Catopterio. Era continuamente bersagliata da’ venti a causa della sua situazione, e trasse il nome da una parola greca (anemòs) significante vento. Cost Strabone, secondo il quale essa sarebbe la medesima che Jampoli. Pausania per altro ne fa due città differenti, e narra che l’ultima fu fabbricata dagli Janti, uno degli antichissimi popoli che Cadmo cacciò dalla Beozia. Omero pure le nomina distintamente nel catalogo. (Iliad., lib. 2.)
↑244-246. Pindaro nel principio dell’ultima delle Olimpiche celebra il Cefiso, tortuoso fiume della Beozia, come caro alle Grazie, che solevano bagnarvisi. La sorgente del Cefiso era presso Lilea città della Focide, e che trasse il nome dalla Naiade Lilea figlia dello stesso fiume. I suoi abitanti, per onorare il padre di questa ninfa, erano soliti di gettare una pasta sacra nelle sue acque; ed asserivano che pochi momenti dopo la vedevano ricomparire nel fonte Castalio. — Il Poeta chiama il Cefiso fiume divino, perchè, come narra Strabone, le sue onde rendevano oracoli. — Omero nel catalogo annovera Lilea fra le città che spedirono guerrieri all’assedio di Troia.