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inno primo. 223

D’umane carni s’imbandian le cene.
     Videro il cocchio e misero un ruggtto,
175Palleggiando la clava. Al petto strinse
Sotto il suo manto accolte le gementi
Sue giovinette, e: O selva, ti sommergi!
Venere disse; e fu sommersa — Ah, tali
Forse eran tutti i primi avi dell’uomo!1
180Quindi in noi serpe, miseri! un natio
Delirar di battaglie; e se pietose
Nol placano le Dee, truce riarde
A coprir di cadaveri la terra.23
Ch’io non li veggia almeno, or che insepolti
185Per le campagne tue giacciono, o Italia!
     A noi, Dee, rifuggite; a noi fra queste
Ombre accolti, e a quest’ara; e serenate
L’asilo vostro, finchè forse un giorno
In più splendida reggia, e con solenni
190Riti la Patria mia possa adorarvi.
Lieta allor fia, pari alla Grecia, innanzi
Che onnipossente il Fato ogni felice
Vostro favor le invidïasse. — Or mentre
Procedeano le Grazie, il doloroso
195Premio de’ lor vicini arti più miti
Persuase a’ Laconi. E dove in prima
Di burroni infecondo e di fumanti
Spelonche aperte da Vulcano,4 e ignoto
Per lo mare intentato era quel regno,
200Al venir delle Dee fu pieno d’are5

  1. 178-183. I Selvaggi senza religione ed antropofagi, indomabili dalle Grazie e sterminati a un cenno di Venere, alludono alle nazioni, come ve ne ha nell’India occidentale, che, sdegnando l’agricoltura e le leggi sociali, si vanno disperdendo fra loro, e sono consumate dalla fame e da ogni miseria. Vedi i viaggiatori nell’India occidentale, e intorno al fiume Orenoco. (F.)
  2. 180-183. Pare che l’Autore supponga l’uomo naturalmente guerriero: così lo defini altrove (Origine e ufficio della Letteratura); e che questa sua tendenza sia moderata dalla religione, dall’incivilimento e dalle Arti. (F.)
  3. 181-183. Qui ed altrove vedesi che l’Autore scriveva nel tempo delle ultime guerre (F.)
  4. 196-198. Omero distinse il regno di Messene e di Sparta cogli epiteti di montuoso e concavo di terreni (lliade, lib. 2, nel catalogo). Strabone crede che uno di quegli epiteti accenni al fuoco sotterraneo donde provengono i terremoti. I viaggiatori moderni trovano esatta la descrizione d’Omero, e la spiegazione del geografo antico. I terremoti continuano a far cangiare l’aspetto de’ monti e delle valli in quel paese. (F.)
  5. 200-205. Dipinge il paese qual era a’tempi d’Omero, e non quale si vede oggi nella