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204 | avvertenza. |
inutili avvertenze io penserei che dovesse per me sigillarsi l’ufficio di non venale editore di questo Carme, se non me ne incombesse un altro più mesto, ed egualmente caro al mio cuore. Io ho detto, e mi gode l’animo nel ripeterlo, che le prime e forse più intense cure per riordinarlo si debbono alla Donna gentile; e poichè i cieli le invidiarono il contento lungamente sospirato di veder rinverdito per opera sua quel lauro che l’illustre suo Amico augurava ombreggerebbe la propria sepoltura, io consacrerò qui due parole alla memoria di lei, anco perchè coloro che sentiranno commoversi dalla bellezza di questi versi sappiano chi fu, e di quali pregi andò adorna Quella, a cui, dopo il Poeta, saranno principalmente debitori di tali commozioni.
Nacque in Siena nel 1781 da Ansano Mocenni onesto e dovizioso mercadante, e da Teresa Regoli. Questa risplendeva per non comune gentilezza e cultura, tantochè la sua casa era convegno dei più ragguardevoli che avesse allora quella città, fra i quali giova particolarmente nominare quel quinto lume della italiana Poesia, Vittorio Alfieri. La Quirina, secondo il costume dei tempi, fu alunna del Conservatorio di Santa Maria Maddalena in quella città medesima; ma dalla Madre, e dall’aura delle Muse che spirò attorno alla sua culla, raccolse quell’amore alle Lettere e quel gusto dilicato, i quali in più vasta città la resero poi la delizia di molti animi elevati e gentili; mentre dalle domestiche abitudini commerciali apprese l’arte di saggiamente amministrare gl’interessi economici di una famiglia. Queste doti sì raramente concordi, e che in lei aveano per principale fondamento una singolare bontà di cuore, fecero sì che sino dagli anni più verdi ella fosse prescelta ad un pietoso e difficile incarico. Il Maggiore Camillo Magiotti, discendente di una famiglia che si pregia di aver avuto fra i suoi membri uno de’ più caldi e stimati amici del Galileo, infelice per l’unico figlio a cui la Natura aveva negato il sacro lume dell’intelletto, amoroso padre volle affidarlo alle cure di una compagna, che dopo la morte del genitore lo custodisse con pari affetto, e ne temperasse la sventura, almeno col mantenergli quegli agi, cui il largo censo consentiva. Così la Quirina nel 1801 si unì in matrimonio in Firenze a Ferdinando Magiotti. Intanto del ben educato ingegno, che ebbe non comune, e della soave amabilità del suo cuore si facevano ammiratori nelle serali ragunanze presso di lei molti insigni per altezza d’intelletto e magnanimità di carattere, e fra essi principalmente Leopoldo Cicognara ed Ugo Foscolo. La predilezione di ambedue verso di essa è attestata dal dono che essi le fecero di mano in mano delle Opere loro con postille, ricordi ed altre particolarità pregevolissime, non che dalle affettuose lettere che le