Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
AVVERTENZA | 201 |
Tutto ciò è autografo, ma scritto in carattere sì mal formato, con tanti pentimenti e cancellature, e con sì saltellante, incomposto e bizzarro procedimento, da giustificare più che ad esuberanza quanto l’Autore medesimo già disse de’ suoi scartafacci, cioè che nè un Astrologo ci leggerebbe. Nondimeno, dopo alquanti giorni d’intensa ed ostinatissima applicazione, potei far nota alla Donna gentile la nuova scoperta, e porgerle speranza della possibilità di supplire a molte lacune ed altre imperfezioni della sua copia; ma la pregai che mi fosse cortese di una indeterminata dilazione a parteciparle il resultato dei nuovi miei studj, ed a risolvermi. Ottenutala senza difficoltà, mi posi all’opra; e fui così fortunato, che verso i primi dell’ottobre seguente io aveva raccolto e riordinato presso che tutto intiero l’Inno primo: circa un mese dopo, ma col valido aiuto di un amico dolcissimo, il prof. Giuseppe Vaselli di Siena1, l’Inno secondo, sopra tutti gli altri vario, lungo e difficile; e il 2 aprile 1847, il terzo. Appena io aveva avuto certezza del buon esito di tante cure, mi era affrettato a farne consapevole non solo la Donna gentile, ma anco quell’inclito onore dell’italiana letteratura, e già amicissimo del Poeta, Gio. Batista Niccolini; il quale me ne significò la sua esultanza colle nobili parole seguenti, che sole trascrivo da una sua cortese responsiva. «Mi gode l’animo nell’udire dalla sua lettera che il buon successo ha risposto alle cure da V. S. meritamente spese nel restituire alla sua integrità gl’Inni del Foscolo. L’Italia saluterà nuovamente la luce di una viril poesia..... — Oh, se quel grande, che mi amava come fratello, potesse risorgere, egli direbbe al sepolcro: — riacoprimi, — veggendo la miseria nella quale la sozza Italia è caduta! Intanto riviva mercè di V. S. una parte del suo spirito immortale; ed io non ho parole le quali bastino a mostrarle la gioia che provo ec.»
Stabilito di non defraudare il pubblico del dissepolto tesoro, Colei alla cui amorosa sollecitudine e costanza doveasene il primo merito, volle assumere sopra di sè la spesa della edizione, ed a me si compiacque di affidare intieramente l’incarico di prepararla e dirigerla, sicchè riuscisse per ogni rispetto degna del Poeta e dell’Italia; ed io, quantunque trepidando, con lieto animo l’accettava. Ma mentre
- ↑ Ora piango anche lui perduto fino dall’11 di maggio 1854.
Giustissim’alma in generoso petto;
Caldo, leale, austero, intemerato;
Cor gentil, dritto senno, alto intelletto....
Maggior della sua fama e del suo fato!
losguardo per vivere nella regione delle illusioni, e discendere tutte le sere sino alla sua casa, perch’Ella torni a svelarmi tutte le sere la schietta amabilità di un animo femminile, educato, dolcissimo, e da cui solo spirano perpetue le Grazie,»