Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
liriche e satiriche. | 173 |
SERMONE.1
Pur minacciavi: all’imminente danno,
Orator del Congresso,2 or più non guardi?
In te la patria o l’eloquenza dorme. –
L’eloquenza non so: m’è il cor maestro;
5Ma del presente io gemo, e nel futuro
Vivo talor: perch’io mi taccia, ascolta.
Canta il Meonio, e tu, Plato,3 con lui
Credevi, e se credean l’età romane,
Che quando un animal bipede implume
10Restituiva alle vicende eterne
Della materia il sangue algente e l’ossa,
Le sue voci supreme erano voci
Che le più vere non vendea Dodona,4
Nè Vate minacció. Ma poichè a Pluto
15Rapi l’elisio tribunal Satáno,
E ch’ei detta a’ morenti i codicilli,
Rare son l’agonie vaticinanti,
Rare; nè credo che Cassandra e il lauro5
Respiri mai sul labbro a quanti or dànno
20Il novissimo vale all’universo;
Com’io non credo che ogni Greco all’Orco
Divinando scendesse. Unico nume
In noi parla l’ingegno: ov’ei si taccia,
Nè saggio vivi, nė morrai profeta.
25Cecropida e Quirite, incliti nomi!6
- ↑ Questo componimento in dialogo fra un Amico e il Poeta sembra che fosse dettato sulla fine del 1805. Lo pubblicò primo il signor Achille Mauri nel 1837.
- ↑ Allude alla Orazione al Buonaparte pei Comizj di Lione.
- ↑ Omero pone in bocca di Patroclo morente la predizione della morte d’Ettore: e Socrate vicino a morte, secondo Platone, predice l’avvenire a’ suoi giudici.
- ↑ Fu celebre nell’antica Grecia l’oracolo di Giove nella sacra foresta di Dodona.
- ↑ La trojana Cassandra fu profetessa famosa. I vaticinanti, presso gli antichi, masticavano le foglie dell’alloro: quindi si trova nei poeti cibarsi delle frondi del lauro per significare d’esser dotato di spirito profetico. Così Tibullo, lib. 2.
- ↑ Gli Ateniesi discendenti da Cecrope; i Quiriti, o Romani, da Quirino o Romolo. — L’Attica era assai ferace d’ulivi, ed in Atene anche i primi cittadini negoziavano d’olio. Quindi il Poeta dice che gli Ateniesi, con tutta la boria della loro origine da Cecrope, pure sopportavano di essere signoreggiati da Pericle, che intanto aumentava i suoi mezzi di corruzione anche col mercantare l’olio della sua patria; come i Romani, soggiacendo alla tirannide del