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iv | avvertenza |
l’Avvertenza premessa alla prima edizione di quell’insigne e prediletto lavoro, come quella che ci parve sufficiente a dare la storia del suo ritrovamento e della sua ricostruzione, ci siamo riserbati qui di dichiarare, che in questa nostra ristampa, circa a più d’un luogo, specialmente dell’Inno terzo, abbiamo creduto nostro dovere di accogliere delle varianti che o ci sfuggirono o non furono da noi sapute abbastanza pregiare la prima volta, ma che ora con più riposato consiglio stimiamo aggiungere non poco alla eccellenza del Poema.
Vengono poi i Frammenti di Poesie originali, cioè uno dell’Alceo, e parecchi altri di quei Sermoni che il Carrer a buon dritto si duoleva fossero incompleti, poiché, se in tali propositi è lecito argomentare per induzione, dal poco che ne abbiamo possiamo dedurre che Ugo ne avrebbe scritti con eleganza pari a quella del Gozzi, e con più alto intento e maggior vigore.
Relativamente alle Poesie giovenili siamo stati severi, e ce ne pregiamo: non abbiamo voluto accoglierne più di quattro, cioè il Sonetto in morte del Padre, una Elegia intitolata le Rimembranze, gli Sciolti al Sole, preconizzatori in più tratti di quelli de’ Sepolcri e delle Grazie, e l’Oda famosa al Bonaparte liberatore. È noto che il Foscolo, ristampando questa l’ultima volta nel 1800, non la ritoccò come avrebbe potuto e come dall’arte sarebbe stato consigliato di fare, sdegnando di ripeter lodi a colui del quale oggimai diffidava, ma la ripubblicò per avere occasione di accompagnarla a quella solenne epistola che vi premise, e che noi pure riproduciamo.
Qui terminano le Poesie originali da noi rinvenute e stimate degne di apparire in questa nostra collezione. Non ci è passata inavvertita la Canzone satirica intitolata il Ballo, della quale parlano il Pecchio ed il Carrer; ma con tutto che anche a noi sembri produzione piena di spiriti foscoliani, e nel suo genere bella assai, l’abbiamo, per quanto è in noi, condannata all’oblio; perchè, siccome in essa vien fatto bersaglio