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Dulcia nocturnae portans vestigia rixae
Quam de virgineis gesserait exuviis. 14
note. Versi 12 — 14
Vastatum fines etc. Non guerra, ma vittoria certa: accortissimo modo che torna in lode del valore, e della possanza del re.
Assyrios. Confondono spesso gli scrittori Syria et Assyria. Il Volpi conferma con un passo di Plinio lib. v. 12, che per Siria s’intendea molte provincie dell’Asia fra le quali la Assiria.
Verso 13 e 14. Questi due versi confermano che il re partì poco dopo le nozze.
Dulcia etc. Tutti i commentatori, e più ch’altri il Volpi lussureggiano di citazioni che rammentano le amorose vigilie di cui parlano Ovidio e gli altri. Non fanno al caso. Da’ versi seguenti appare che Callimaco vuol lodare la verecondia di Berenice: a ciò risponde questo passo delle eroidi dove Euone si vanta di avere ceduto a forza ad Apollo:
Me fide conspicuus Troiae munitor amavit,
Ille meae spolium virginitalis habet:
Id quoque luctando. rupi tamen ungue capillos
Oraque sunt digitis aspera facta meis,
Virgineis exuviis. Intendendo col Volpi, col Conti, e con gl’interpreti anteriori la zona per queste spoglie virginee, io aveva scritta una nota intorno alle zone delle fanciulle. Perdonerò alla carta peritura. I versi recati d’Ovidio, e le osservazioni del Valckenario mi riducono alla interpretazione più semplice, mostrata, meglio ch’io non potrei fare, dall’Ariosto:
Lasciarsi corre il virginal suo fiore.
Vedi arte in Callimaco! sotto sembianza di lodare la verecondia della regina le rammemora le sue nozze, e la dolce storia dell’amor suo.