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Atque illud prono praeceps agitur decursu,
Huic manat tristi consoius ore rubor.
ESPOSIZIONE
Ortalo richiese Catullo della traduzione del seguente poemetto , verso 17. Il poeta la promise, ma costernato per la morte del fratello indugiò, verso 5 e seguenti. Per discolparsi narra il proprio lutto, verso 1 e seguenti: e mandando la versione ad Ortalo, verso 16, paragona la sua breve dimenticanza a quella di una vergine che obblia il dono furtivamente inviato dall’amante sebbene per lei fosse la cosa più cara, verso 19 sino alla fine. — Di Ortalo, della morte del fratello e del promontorio ove fu sotterrato, del nome di Battiade dato a Callimaco, vedi nella considerazione su questa epistola. — Per l'interpretazione ricorri alla ver sione ove io per tradurre le parole con quanta maggiore proprietà mi sapessi ho anteposto il verso libero alla terza rima, la quale nondimeno stimo più conveniente alla flebile poesia.