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Ma il poeta cortigiano, sebbene delle scienze e delle loro storie dottissimo, tacque il nome d’Ipparco, non perché la ragione del metro rifiutasse Archimede o tal altra voce1, ma perché l’adulazione del senato e l’orgoglio della casa cesarea ritorcessero quell’encomio, coperto sotto colore di semplicità pastorale, a Cesare, riformatore, con l’aiuto di Sosigene2, del calendario romano, di cui o per utilità o per timore si valeano tutte le genti soggette all’impero. Il radius era uno stromento de’ matematici3 e degli astronomi4, o una verghetta per delineare le figure ed i numeri; di che puoi vedere in Salmasio5 e nel trattato del medico Frisio. Meritavano Ipparco, Virgilio e l’alta fama de’ suoi commentatori questa annotazione.
IV. Cita Servio, Nell’Eneide6, un altro Conone, investigatore d’antichità italiche, non diverso forse da quello memorato autore di un
- ↑ Salmasio, loco citat.
- ↑ Plinio, lib. xviii, cap. 25 — Sosigene ebbe Ipparco per guida. Vedi Montucla, parte i, lib. iv, cap. 10.
- ↑ Humilem humunculum [Archimedem] a pulvere et radio excitabo. Cicer., Tuscul., lib. v.
- ↑ Aeneid., vi, v. 851.
- ↑ Plinianae exercit, cap. xl; Gemmae Frisii, De radio astronomico et geometrico libellum.
- ↑ Aeneid., vii, v. 738.