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della fama di Conone e dell’ingegno di Callimaco.

II. Conone fu samio1, e celebre matematico2 dell’età sua, che viene a cadere verso l’olimpiade cxxx. Tolomeo Filadelfo lo ricettò con gli altri nobili ingegni, che con la scuola alessandrina restituirono all’Egitto l’astronomia; e da quel tempo questa scienza stese salde radici nella Grecia. Tranne Manctone, piuttosto astrologo, e Tolomeo, egiziani, tutti quasi gli astronomi illustri sono greci. Conone viaggiò in Italia3, ove fece le osservazioni su le fasi delle stelle fisse:

     — Stellarum ortus comperit, atque obitus;

ed alludono i seguenti versi:

     Flammeus ut rapidi nitor Solis obscuretur,
          Ut cedant certis sidera temporibus

a’ documenti ch’egli raccolse di tutte le eclissi4

  1. Pappo, collect. mathem., lib. iv. theor. 18.
  2. Archimede, in initio epistolae praefixae, lib. ii, de sphaera et cilindro.
  3. Ptolomaeus, de apparentiis inerrantium, in fine.
  4. Conon postea diligens et ipse inquisitor, defectiones quidem Solis servatas ab Aegyptiis collegit. Seneca, quaest. natural., lib. vii.