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ebreo1: Ὁ τρίτος Πτολεμαῖος ὁ λεγόμενος εὐεργέτης, κατασχὼν ὅλην Συρίαν κατὰ κράτος, οὐ τοῖς ἐν Αἰγύπτῳ θεοῖς χαριστήρια τῆς νίκης ἔθυσεν, ἀλλὰ παραγενόμενος εἰς Ἱεροσόλυμα, πολλὰς ὡς ἡμῖν νόμιμόν ἐστιν, ἐπετέλεσε θυσίας τῷ θεῷ, καὶ ἀνέθηκεν ἀναθήματα τῆς νίκης ἄξια. Le parole: il terzo Tolomeo appellato Evergete, e le altre: i doni degni di tanta vittoria andando a Gerosolima dalla Siria tutta conquistata, unite a queste di Eratostene2, coetaneo e concittadino3 di Callimaco: Ὁρόντ᾽ ὑπὲρ αὐτὸν [Leonem] ἐν τριγώνῳ κατὰ τὴν κέρκον ἀμαυροὶ ἑπτὰ [Stellae]: οἵ καλοῦνται πλόκαμοι Βερενίκης Εὐεργετίδος4, dove chiamasi l’asterismo trecce di Berenice Evergetide; convincono: 1º che le cose scritte da Igino5, ereditate di commentatore in commentatore, non sono, come asserisce il Volpi, unice illustrantia Callimachum; 2° che questa Berenice non è quella di Teocrito, come vorrebbe il Pagnini (la quale mostreremo moglie del primo Tolomeo, poiché
- ↑ Contro Appione, lib. ii, cap. 5.
- ↑ Edidit Ioannes Fellus, Oxonii, 1632.
- ↑ Strabo, in Lybiae descriptione, lib. xvii.
- ↑ In catasterismo Leonis, cap. 12.
- ↑ Oltre le citate al numero 1 di questo discorso, Igino, nel medesimo capo 24 del libro ii, parla dell’argomento del poema, nominando Berenici e Tolomei, ma senza i loro cognomi, né l’anno del loro regno. Cagione degli errori di tutti gli interpreti.