Callimachus eam magnanimam dixit. Erathostenes autem dicit et virginibus dotem, quam cuique relictam a parente nemo solverct, inssisse reddi, et inter eas constituisse petitionem ═ . Che molti principi e privati mandassero cavalli in Olimpia, ogn’uomo seil vede negli storici e ne’ poeti antichi; ma non era merito questo che s’acquistasse il titolo di magnanimo e mon ancora che si dicesse bonum facinus premiato di nozze regali. La terza opinione, intorno alle doti fatte restituire alle giovani lesbie, cade sotto la stessa opposizione. La seconda peserebbe, se negli annali de’ Tolomei si trovassero Berenici guerriere; il che dubito ricavato da Igino più dalla fama che da scrittori assennati: se non che, dalle varie opinioni da lui recate, si manifesta ch’ei pur sospettava di tutte. Quindi gl’interpreti o tacciono, o senz’altri testimoni ascrivono il poemetto alla moglie di Tolomeo Lago o a quella di Filadelfo. Soli il Doering ed il Valckenario la dicono moglie di Evergete, senza però che né l’uno né l’altro appaghino della loro interpretazione rispetto al bonum facinus quo regium adepto, est conìugium. Gioseffo Maria Pagnini, quel dottissimo, benemerito, più ch’altri mai, della poesia greca,