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ungerentur myrrhino, et aliis sex quibusdam pigmentis et aromatibus uterentur. Perocché, essendo riguardate quelle donzelle riserbate al letto del re quali fanciulle regali, ne’ primi sei mesi usavano della semplice mirra come vergini, e negli ultimi sei di unguenti composti come prossime alle nozze.
Oserò pur aggiungere una mia congettura che non ho potuto impetrare da me stesso di abbandonare, tanto io sono convinto che nelle favole degli antichi fosse riposta tutta la teologia, la fisica e la morale di quelle nazioni. Le giovinette e più ancora le ingenue e regali più facilmente pericolavano negli amori domestici, poiché alla voce soave dell’amore si aggiungeva la ritiratezza con che il costume le tenea rinchiuse. Però nel loro culto era conceduta la mirra come per memoria del pudore famigliare e della pietà figliale e fraterna. L’albero da cui goccia questa gomma si predicava nato dall’infelice Mirra, la quale, dopo d’avere empiamente compiaciuto degli abbracciamenti del padre al proprio amore, errando fuggitiva ed esecrata fu convertita in quest’arbore. Ovid. metam. x, 499.
Quae, quamquam amisit veteres cum corpore sensus
Flet tamen, et tepidae manant ex arbore guttae:
Est honor et lacrimis: stillataque cortice myrrha
Nomen herile tenelt nulloque iacebitur aevo.
considerazione xiv
Codici.
Dirò qui de’ quattro codici ambrosiani citati nelle varianti, dove, per non imbruttirle di tutti gli abbagli degli amanuensi, ho recato soltanto quelle lezioni in lite, nelle quali i mss. convengono. — Il primo da noi