Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
207 |
Nondum illi flavum Proserpina vertice crinem
Abstulerat, Stygioque caput damnaverat Orco.
E nel lib. xii, dove dipinge con gii stessi atteggiamenti la disperazione di Lavinia:
Filia prima manu flavos Lavinia crines,
Et roseas laniata genas.
Nell’viii, v. 659:
Aurea caesaries ollis, atque aurea vestis
Virgalis lucent sagulis; tum lactea colla
Auro innectuntur.
Ed Ovidio si servi di questa dipintura, facendo risaltare sulle spalle de’ centauri il biondeggiar de’ capelli (metam. xii, 395); e forse ebbe in mente i versi Virgiliani.
Barba erat incipiens: barbae color aureus; aureaque
Ex humeris medios coma dependebat in armos.
Così l’amico mio, che dagli antichi derivò le maggiori bellezze della sua poesia, nel ìv del Bassville.
E furtive dall’elmo e sfolgoranti
Uscian le chiome della bionda testa,
Per lo collo e per l’omero ondeggianti.
Properzio e Tibullo fanno bionde le loro amiche. Tib. lib. i, eleg. v, 44:
Non facit hoc verbis, facie tenerisque lacertis
Devovet, et flavis nostra puella comis.
E Properzio nella ii elegia del lib. ii, dove canta le bellezze della sua Cinzia. Ediz. Brouck.
Gloria Romanis una es tu nata puellis.
Romana accumbens una puella Iovi.
. . . . . . . . . . . . . .
Fulva coma est, longaeque manus, et maxima tota
Corpore; et incedit vel Jove digna soror.
E questa capigliatura fulva era la leonina, così dipinta da tutti i poeti latini; ed un nostro italiano, di cui mi