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donne: Lucrezia (Ovid. Fast. ii, 763), Aspasia (Elian., stor. var. xii, 1), Poppea (Plin., xxxvii, 3). Darete frigio fa biondi tutti gli eroi e le eroine dell’Iliade, ed Omero dà questo attributo a’ cavalli (Iliad. ix, 407;
viii, 185). E piacemi di riferire i più gentili passi de’ poeti che dipingono le bionde chiome. Euripide dice che Amore
φιλεῖ κάτοπτρα, καὶ κόμης ξανθίσματα
Ama gli specchi e della chioma i biondeggiamenti:
e nell’Elettra, v. 1071:
Ξανθὸν κατόπτρῳ πλόκαμον ἐξήσκεις κόμης.
I biondi ricci della chioma ti componevi allo specchio.
Teocrito, volendo divisare la beltà di un pastore e la giovinezza di un altro: Idil. vi.
— ἦς δ' ὀ μὲν αὐτῶν
πυῤῤος, ὀ δ'ἡμιγένειος.
Un d’essi rosso, l’altro erasi imberbe.
Ed altrove riunisce questi due pregi (idil. vili, v. 3):
Ἄμφω τώγ' ἤτην πυῤῥοτρίχω, ἄμφω ἀνάβω.
Era ad ambo il pel rosso, e imberbe il mento.
Donde Virgilio formò quel suo verso gentile, con che dipinse Mercurio (Eneid. lib. iv, 559):
Et crines flavos et membra decora iuventae.
Quando Aconzio in Ovidio (eroid. xx, v. 57) descrive tutte le bellezze della sua Cidippe.
Hoc flavi faciunt crines et eburnea cervix,
quaeque, precor, veniant in mea colla mantis.
Ed Ociroe, nelle Metamorfosi, lib. ii, v. 635:
Ecce venit rulilis humeros protecta capillis
fllia Centauri.
Bionda è la Didone di Virgilio: Eneid. iv, 589:
Terque quaterque manu pectus percussa decorum
flaventesque abscissa comas:
E v. 698.