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considerazione ix

Deificazioni.

Così dunque Mennone per la sua antichità fu argomento di molte favole, di religione e di miracoli. L’eruditissimo Jablonscki (De Menmnone Ægyptiorum, Syntag. iii, capp. 5-6) discorre della divinità di questo Mennone o Osimande. Ma gran danno è pur quello che ne arrecano gli eruditi, i quali, compilando aridamente e pazientemente le antiche memorie, né le cause indagano, né gli effetti. Tenterò di supplirvi come potrò, valendomi di ciò che la lezione dell’antiche storie e la osservazione de’ miei tempi feracissimi di verità politiche mi hanno somministrato. La necessità d’incutere ne’ popoli il timore dello scettro e delle leggi strinse da prima i principi a collegarsi col cielo, ed a pubblicare gli ordini degli stati per mezzo della voce divina. Però la teologia de’ popoli racchiude sempre i germi della loro legislazione. E Mosè fu legislatore, capitano e profeta delle tribù di Israele; ed i re stessi presso gli Ebrei si chiamavano unti del Signore, ed i Romani erano giureconsulti, magistrati e pontefici ad un tempo, e nel ricorso de’ tempi barbari i re di Francia si chiamavano conti ed abati di Parigi. Aristotele (lib. iv della repubblica) nota che ne’ tempi eroici, Reges dum bellum gererent imperii summam tenebant praeerantque sacrificiis. Le nazioni per la perpetua legge dell’universo alternano la schiavitù e la signoria; questa la si ottiene per lo più dal genio di un uomo solo, l’altra succede con la debolezza che reca il tempo e la vecchiaia di uno stato: ov’è da osservare che le nazioni potenti pel genio di un solo sovra le altre, sono poi schiave di quel solo,