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Ovid., fast. iv, 405:

          Æs erat in pretio: chalybeïa massa latebat;
               Heu quam perpetuo debuit illa tegi!

Plinio (lib. vii, 56) scrive: Ærariam fabricam alii Chalybas, alii Cyclopas (putant monstrasse). Ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocali sunt Dactyli Idaei. Strabone (lib. xii) narra che i Calibi furono Caldei, i quali passarono a fondare le colonie di Smirna, di Cuma, e le vicine, tenute poi dai Greci. Rispetto a’ Dattili idei, detti talor Cureti, talor Coribanti e Telchini, è universale opinione nelle antiche memorie che fossero i primi signori di Creta; e di Strabone (lib. x) che fossero dalla Frigia chiamati in Grecia da Rea per nutrire Giove. Ma che da questi fosse trovato il ferro non è sola opinione di Esiodo e di Plinio; l’abbiamo chiaramente ne’ celebri marmi d’Oxford. Ecco la traduzione letterale italiana, lasciando i frammenti a lor luogo. = Epoca xi. «Da che Minos pr . . . (supplisci primo) regnò e fabbricò . . . donia (Cidonia) e fu il ferro ritrovato nell’Ida (monte di Creta); trovatori gli Idei Dattili, Celmi e Damnaneo, anni mclxvii; regnante in Atene Pandione». Epoca che viene a cadere dcli anno prima di Roma. Eccoti intanto trovato e lavorato il ferro dagli Iberi, dai Siciliani, dagli Sciti, da’ Caldei, da’ Greci, tutti tenendo gli stessi nomi di Calibi e Telchini; il che mi porta a credere che, essendosi da varie genti in varie parti del mondo trovato il ferro, sia poi restato il nome χάλυβς dal ferro temprato, che e nella Grecia ed in Roma chiama vasi Chalybs, acciaio. Onde leggesi nell’Eneide viii, 446.

     Volnificusque chalybs vasta fornace liquescit.

Ed Eschilo più poeticamente nel Prometeo verso 133.

          Κτύπου γάρ ἐχώ χάλυβος διῇξεν ἄντρων
          Il suono dello stridente calibe penetrò gli antri.