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naviganti in burrasca propiziavano Nettuno votando il crine (Gioven. Sat. x, 81), e salvi lo appendevano (Luciano, in Ermotimo sulla fine): e Petronio (Satyr., cap. ciii) lo chiama nanfragorum ultimum votum<ref>. I sette capitani contro Tebe (Eschilo, ne’ Sette, v. 42 e seg.),dopo avere giurato l’eccidio di quella città bagnandosi le mani nel sangue, appesero le loro chiome; poiché lo scoliaste greco a quel passo ove ricorre la voce Μνημεῖα, monumenti, ricordi, chiosa: τρίχας, crini, βοστρύχους, ciocche. — I Leviti Ebrei (Num. 8), i sacerdoti Gentili e le Vestali consecrandosi si recideano i capelli (Plin., lib. x, 43). I Cureti sacerdoti di Giove de’ quali vedrai nella Considerazione vii, traevano questo nome (Strabone, lib. x) dal loro capo tosato.

Si consecravano anche a’ fiumi (Eschilo, Persiani, v. 486; Omero, Iliad., xx, 140; Pausan., lib. v, p. 683; ibid., p. 638): ed è insigne ne’ monumenti inediti illustrati dal Winckelmann la gemma ov’è inciso Peleo che promette al fiume Sperchio la chioma di Achille, se questi ritornava salvo da Troia (vol. 1, fig. 125). Si consecravano le chiome a’ morti Eschilo (Coefore, sul principio) dice chioma luttuosa, πλόκαμον πενθητήριον, quella che Oreste doveva offerire al sepolcro del padre. Elettra (ibid., v. 178): χαίτην κουρίμην χάριν πατρός; soavissima espressione. E Properzio, lib. i, eleg. xvii, 21:

Illa meo caros donasset funere crines.


Né i figlj, e le amanti soltanto; ma le madri, e le sorelle. Ovid. ove non fu all’infelice Canace concesso di far l’esequie al figliuolo, Eroid., xi, v. 115:

          Non mihi te licuil lacrymis perfundere justis,
               in tua non tonsas ferre sepulchra comas.

Nelle metamorfosi, lib. iii, 505, alla morte di Narciso.

 Planxere sorores