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Primamente la storia di tutte le nazioni ci mostra che le prime adorazioni furono offerte al Sole ed alla Luna.

Esaminando il corso e le azioni della Luna, la quale or si perdeva ed or ritornava, quelle menti balorde ed inclinate allo stupore ed alla paura le diedero gli uffici e gli attributi del Dio tutto-oprante e tutto-veggente: la fecero re e preside dell’inferno, dove il Timore, unica fonte delle azioni umane, trae le menti a fabbricare un mondo di premio e di pena.

S’hanno sempre a distinguere nella teologia degli antichi le favole, che dirittamente derivano dalle inclinazioni umane, da quelle che nascono dalla sapienza de’ sacerdoti e de’ pastori de’ popoli. La Teogonia di Esiodo presume sapienza, che le prime genti non possono avere mai. Difatti la dea Terra, il dio Cielo, la Notte, il Caos sono idee metafisiche, alle quali sì poco arrivò l’intelletto e la credulità delle genti, che rari di que’ numi solenni ebbero templi. Da queste prime idee universali nacque poi la pluralità de’ numi, donde Giove, Nettuno, Plutone, e le loro schiatte. Ma prima di Giove fu il Sole, prima di Nettuno fu il Mare, prima di Plutone Ecate o la Luna. Quante più poi si scoprivano verità morali, quanto più le cause naturali si svelavano agli occhi de’ savi e de’ principi, tanto più si moltiplicavano le allegorie, onde vestirle a’ popoli sotto le sembianze di religione. Vedi Discorso quarto.

Il nume della Luna, o Diana-Ecate, fu dunque anteriore agli altri custodi e re dell’inferno. Donde derivarono gli incantesimi e le orrende evocazioni, alle quali presiede sempre la Luna (Teocrito, idil. ii; Orazio, Epod., Od. v, vers. 52; Od. xii, vers. 3). Questo soprannaturale e mirabile orrendo degli incantesimi nasce nei tempi barbari, come si vede sopra tutto dalle tragedie di