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delle greche lettere (Cic. ’de clar. Orat., cap. 20), che già incominciavano a germogliare in Roma; anzi nell’anno della pretura di Sulpicio morì Ennio. Maggiore fama a se stesso ed utilità alla repubblica ricavò dall’astronomia, ch’ei trattò indefessamente (Cic. de Senect., cap. 14). La predizione dell’eclissi lunare, citata da noi in nota a vv. 1-4, è distesamente raccontata da Livio (lib. xliv, 37), da Plinio (lib. ii, cap. 12), e, con alcuna diversità, da Valerio Massimo (lib. viii,
cap. xi, 8). Sulpicio, forse unico astronomo in Roma sino a’ tempi di Cesare (Cic. Tuscul. lib. i, cap. 3), scrisse un libro intorno alle eclissi. Fra’ greci fu Ipparco che più esattamente ne ragionò. Fortunati que’ mortali che con le scienze hanno potuto sgombrare dalla mente degli uomini il terrore de’ fulmini, e delle eclissi improvvise; perocché prima di essi ad ogni fenomeno Æternam timuerunt saecula noctem. I re ed i sacerdoti se ne valeano. .
considerazione iii
Diana Trivia.
Dalla favola si deve ritrarre la storia; poiché la favola non è se non tradizione oscura di cose avvenute, e può avere assai circostanze false, ma non può essere fondata sul falso. Lo storico deve ricavare le sue congetture dalle passioni umane, dalla perpetua e costante successione delle cose, dai detti degli autori e de’ tempi più rischiarati per la storia, i quali possono illustrare il passato ch’eglino aveano meno lontano di noi. Sopra queste fondamenta mi proverò di dimostrare che Diana fu una delle prime divinità, e la prima forse, alla quale le antiche genti abbiano celebrato riti ed eretti templi.