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Taurine festi a ciascun Dio se al patrio
Suol ritonasse il caro sposo e l' Asia
Doma in breve aggiungesse al regno Egizio.
Verso del testo 43 — 44; della versione 52 — 55.
Per lui quel monte sovra tutti altissimo
Cui la chiara calcò di Ftia progenie. = Vedi la nota.
Piena d’eleganze italiane è questa traduzione; ma cede di molto a quella esatta dello stesso autore degli inni di Callimaco, ed alla bellisima de’ bucolici, la quale io reputo unico esemplare di versioni dal greco.
Parmi più schietta quella del Conti; i passi confutati vedili alle pag. 84, e 99: ne’ seguenti traduce diversamente da noi.
Verso del testo 13 — 14; della versione 15 — 18.
Portando impresse le vestigia dolci
Della rissa notturna poiché sciolta
La fascia virginal ebbe a la nuora
Verso del testo 51 — 54; della versione 63 — 68.
— Le poc'anzi tronche
Chiome mie suore il mio destin piangeano,
Quando l'alato Corridore Locrico
Ad Arsinoe s’offerse.
Ed in una nota si scolpa egli di avere chiamato piuttosto Locrico il vento anziché Arsinoe, perchè nella Magna Grecia abitata da’ Locri domina appunto Zefiro. Vedi la nostra interpretazione.
Verso del testo 89-92; della versione 102-106.
Tu, reina, qualor mirando in cielo
Venere placherai ne' dì solenni
Non offrir sangue a me che a lei non piace;
Non far ch’io sia senza profumi, e tuo
Nume mi rendi con più larghi doni. —
Del bifolco Arcade s’è veduto abbondantemente a pag. 108.