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E con le navi per lo mezzo Athos
Nuotò la gioventù barbara. Tanto
Al ferro cede! or che poriano i crini?
60Tutta, per Dio! de’ Calibi la razza
Pera, e le vene a sviscerar sotterra
E chi a foggiar del ferro la durezza
A principio studiò. — Piangean le chiome
Sorelle mie da me dianzi disgiunte
651 nostri fati, allor che appresentosse
Rompendo l’aer con l’ondeggiar de’ vanni
Dell’Etïope Mennone il gemello
Destrier d’Arsinoe Locrïense alivolo:
Ei me per l’ombre eteree alto levando
70Vola, e sul grembo di Venere casto
Mi posa: ch’ella il suo ministro ( grata
Abitatrice del Canopio lito)
Zefiritide stessa avea mandato
Perchè fissa fra’ cerchi ampli del cielo
75La del capo d’Arianna aurea corona
Sola non fosse. E noi risplenderemo
Spoglie devote della bionda testa.
     Onde salita a’ templi de’ Celesti
Ruggiadosa per l’onde, io dalla Diva
80Fui posto fra gli antichi astro novello.
Però che della Vergine, e del fero
Leon toccando i rai, presso Callisto
Licaonide, piego all’occidente
Duce del tardo Boote cui l’alta
85Fonte dell’Oceano a pena lava.
     Ma la notte perchè degli Immortali
Mi premano i vestigj, e l’aurea luce