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note. Verso 94. 149


Zodiaco chiamandolo Acquario, che tanto suona Ὑδρόχοος. Igino spiega questo simbolo, astron. lib. ii cap. 29, come memoria di Cecrope che regnò prima dell’invenzione del vino (credo che Igino intenda nell’Attica, perchè nell’Asia conoscevasi il vino prima assai di Cecrope), onde insegnò i sacrificj de’ Numi con l’acqua. Igino reca un’altra sentenza; il diluvio che succede a’ regni di Deucalione: però presume questo simbolo appartenersi a quel re. Il commentatore di Germanico Cesare (riscontralo nell’edizione dove sono raccolti gli antichi astronomi ) conferma questa seconda opinione con la sentenza di Nigidio: Nigidius Hjdrochoon, sive Aquarium existimat esse Deuca~ lionem Thessalum, qui maximo cataclysmo sit relictus cum uxore Pyrrha in monte Ætna, qui est altissimus in Sicilia. Questo non può essere che il secondo diluvio de’ tempi favolosi; ed è da badare che Cecrope e Deucalione Tessalo regnarono verso la stessa età.

Oarion. Alla Eolica: Pindaro Nemea ii, verso 18, Ὠαρίν diversamente però nell’Istm. iv, verso 83, Ὠαριωνείαν φύσιν. Callimaco inno in Diana verso 265, Ὠαρίαν. Omero lo chiama nondimeno col modo più comune Odiss. v verso 276, Ὠρίων. Vedi sopra di ciò anche il Poliziano Miscel. cap. 68. Orione è l’immagine di Belo consecrata dal figlio Nino (cronaca Alessandrina pag. 84). Il nome Oarion di cui qui si serve Catullo é tratto forse da Ἀρείων, marziale. Guerreggiatore e cacciatore fu Belo; e come cacciatore è descritto Orione da Igino, astronom. poet. fab. 26, e dallo scoliaste di Arato nell’asterismo dello Scorpione. È rappresentato nel globo celeste con la spada, la clava e gli ornamentri guerrieri: e sta in atto di assalire il toro vicino. Questa costellazione essendo