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Non si me infestis discerpant sidera dictis
     Condita quin veri pectoris evolüam) 74
Non his tam laetor rebus, quam me abfore semper,
     Abfore me a dominae vertice discrucior; 76

varianti.

Verso 73. Valcken. annuendo al Bentlejo dextris per dictis. — Verso 74. Principe e Corradino evoliio; Volpi quin vere, tal altro quin vera, Principe qui vere. Mss. Ambrosiani corrotti. — Verso 76. Principe discrutior, Marcilio cangia questi due versi . . . quam me ah fore semper, Ah fore me a dominae vertice discrucior: gemme che il maestro Teodoro avea a serbare pe’ suoi scolaretti.

note. Versi 72 — 76.

Giunone, e le Grazie; Dee tutte che presiedono alle nozze. Anche Orazio, lib. ii ode viii.

     Te senes parci, miseraeque nuper
     Virgìnes nuptae . . . .

Virgilio della moglie di Minosse, egl. vi verso 47.

     Ah virgo infelix! . . .

Discerpant sidera dictis. Eccoti il sillogismo per cui il Bentlejo fa dextris. Discerpere si trova quasi sempre fra’ latini ove si tratta di straziare con le mani. Se le stelle avean bocca, doveano aver mani, dunque Callimaco e Catullo scrissero discerpere dextris. Fortuna che questo argomento non è annegato in un fiume di erudizione

Condita etc. Persio la stessa cosa, ma co’ suoi propri modi. Sat. v verso 27.

Ut quantum mihi te sinuoso in pectore fìxi
Voce traham pura: totumque hoc verba resignent
Quod latet arcana non enarrabile fibra.

Teocrito idil. xxix verso 3^

Κἠγὼ μὲν τὰ φρενῶν ἐρέω κέατ´ ἐν μυχῷ...
Ed io quello dirò che nell’angolo del seno è celato.